La utilizziamo tutti i giorni e in enorme quantità: c’è però una possibilità più igienica e meno impattante per l’ambiente che può prendere piede
La utilizziamo tutti i giorni e, a quanto pare, in quantità quasi esagerata. Secondo uno studio, infatti, ogni persona media negli Stati Uniti, in Canada e nell’Europa occidentale consumi tra i 15 e i 25 chilogrammi di carta igienica all’anno. Numeri che sicuramente devono essere analizzati e possono portare anche ad una drastica decisione che, al momento, non sembra essere percorribile per i cittadini di tutto il mondo. Insomma, dire addio alla carta igienica sembra essere uno scherzo e invece, quella che potrebbe sembrare un’utopia potrebbe diventare realtà. Una vera e propria rivoluzione che cambierebbe totalmente le abitudini.
Ognuno di noi considera la carta igienica come un fattore indispensabile (e lo è, ovviamente), presente in ogni bagno e insostituibile. Questo ultimo aggettivo, però, potrebbe non essere del tutto corretto: la carta igienica, infatti, rischia di essere sostituita. Per qualcuno sembrerà impossibile e invece, specialmente per un fattore ambientale, sembra essere una strada percorribile. L’Ufficio europeo per l’ambiente afferma che la trasformazione del legno in carta è un processo inquinante e che l’aggiunta di fragranze alla carta igienica spesso comporta l’uso di sostanze chimiche non necessarie. Non solo: l’abbattimento di alberi e il consumo di risorse per realizzarla lasciano un’impronta ecologica importante. Inoltre, i rifiuti generati dal suo uso quotidiano contribuiscono all’accumulo di scarti non sempre riciclabili, aggravando il problema ambientale.
E anche attualmente, va detto, che non tutti i tipi di carta siano accettabili in termini di qualità. Ci sono rotoli che si strappano, altri che provocano reazioni cutanee, altri ancora troppo fini. Insomma, anche se sembra totalmente fondamentale, in molti casi mostra un sacco di limiti. Insomma esistono tanti punti di contrasto sull’utilizzo della carta igienica e per questo motivo si stanno studiando diverse alternative. Innanzitutto va detto che ogni Paese ha le proprie abitudini e ad esempio non tutti i cittadini del mondo possiedono, di default, il bidet o il doccino nel proprio bagno. Questa, però, sembra essere assolutamente un’alternativa più che valida sia a livello di costi, che di pulizia, che di impatto ambientale.
L’utilizzo del bidet o del doccino è un modo sostenibile per ridurre l’uso della carta igienica. Innanzitutto non riducono solamente l’utilizzo della carta e quindi venir meno all’emergenza deforestazione, ma richiedono anche meno acqua per ogni utilizzo rispetto al processo di produzione di carta per l’igiene intimo. Insomma acqua e sapone può essere la soluzione migliore (e anche più pratica) per sostituirla. In Giappone, invece, sono già allo step successivo. Sfruttando come sempre al massimo la tecnologia, hanno integrato sofisticati sistemi di pulizia nei bagni che combinano acqua e funzionalità moderne. Questo approccio non solo promuove un’igiene impeccabile, ma rappresenta anche un importante passo verso la sostenibilità. La rivoluzione è pronta a cominciare?
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